Cosa sono i trackback

Navigando un po' per i blog, qualche giorno fa, la mia attenzione è caduta sui cosiddetti trackback. Incuriosito, ho spulciato un po' il web per capire cosa fossero e come utilizzarli, scoprendo che potrebbero risultare molto ma molto utili per il proprio lavoro.

Praticamente, grazie a questa funzionalità inserita nei nostri blog, possiamo far sapere in automatico a tizio o a caio che li abbiamo citati come fonte al nostro articolo (qui trovate una spiegazione più tecnica). Su Blogger sono i cosiddetti link a ritroso, che personalmente trovo però più macchinosi rispetto a quelli di Wordpress ad esempio.

Grazie a questo sistema non solo diamo più visibilità al nostro lavoro ma garantiamo maggiore autorevolezza ai nostri post, presentando puntualmente le fonti utilizzate. Insomma, «siamo nel bel mezzo della Comunicazione, dell'Immagine e del Web Marketing». Naturalmente non è tutto oro quello che luccica: spesso l'utilizzo dei link a ritroso sconfina un po' troppo nello spam ed è uno dei motivi, probabilmente, per cui il trackback nel panorama italiano non viene utilizzato con frequenza (anzi, in un vecchio articolo si sostiene addirittura che sia un sistema «già morto»).

La pubblicazione pianificata



Scrivere quotidianamente sul proprio blog, soprattutto se lo si fa per passione e non per lavoro, potrebbe essere un problema per molti. Riuscire a ritargliarsi il tempo necessario per scrivere un buon articolo, infatti, potrebbe risultare arduo ma fortunatamente in questo caso la tecnologia ci viene in soccorso.

Infatti, su molte piattaforme è possibile impostare una pubblicazione programmata che ci permette di stabilire in anticipo tra quanti minuti, ore o giorni postare il nostro pezzo. Vediamo nel dettaglio (nel nostro caso su Blogger) la semplice procedura da seguire per posticipare la pubblicazione di un nostro articolo di un certo lasso di tempo.

Dalla Home del nostro blog clicchiamo su Personalizza e andiamo nella sezione Post, dove selezioneremo o un articolo già scritto o ne creeremo uno nuovo. Poi, clicchiamo in basso su Opzioni post e sulla destra scegliamo la data e l'ora in cui vogliamo che il nostro post venga pubblicato in automatico. Semplice ed utilissimo.

"Brutto coglione leghista"





Secondo Platone i giusti destinatari del potere politico erano i filosofi. Non sia mai. Sicuramente non al giorno d'oggi. Se qualcuno nutriva qualche speranza per una Buona Politica con l'ennesima discesa in campo di Vattimo per l'Italia dei Valori, credo debba iniziare ad aprire gli occhi. Una persona - di una certa levatura culturale tra l'altro e con il dono della parola - che apostrofa in questo modo («Brutto coglione leghista») la sua controparte politica solo perché la pensa diversamente (anche sbagliando, non è questo che importa) da lui, non credo abbia molte chances per rappresentare noi Italiani. Dove sono finiti la Comunicazione e il Dialogo?

Ecco come imbavagliare l'informazione



Torno a parlare dello spinoso problema dell'informazione gratuita, dibattito su cui si discute già da tempo ma che negli ultimi giorni è entrato nel vivo per le dichiarazioni di Murdoch. In particolare mi ha colpito un articolo de Il Sole 24 Ore che riporta le opinioni sulla questione degli esperti del settore.

John Elkann (editore della Stampa), scommette per il futuro sui micropagamenti e sostiene che più si è disposti a pagare per l'informazione più questa può essere «indipendente e di qualità». Già questo, dunque, mi fa pensare che vogliano fin da ora venderci un prodotto. Che l'informazione spesso sia pilotata da esigenze economiche e pubblicitarie è un fatto assodato, ma facendoci pagare le notizie siamo sicuri di ottenere quel vantaggio di cui parla Elkann? Assolutamente no, sia perché non si rinuncerebbe del tutto alla pubblicità ma gli si affiancherebbe semplicemente un ulteriore entrata, sia perché ogni giornale (sia esso cartaceo o online) risponde comunque ad una determinata linea editoriale. Quale indipendenza, allora?

Sulla qualità, invece, è interessante la tesi di Carlo de Benedetti, presidente del gruppo L'Espresso, secondo il quale per i giornali può esistere «uno spazio per conquistare utenti web disposti a pagare i contenuti giornalistici». Spazi che «per avere un valore "commerciabile", (...) devono avere un elevato tasso di esclusività e di valore aggiunto», come è il caso del Wall Street Journal. Questo significa, però, che la "notiziola" reperibile gratuitamente un po' dapertutto potrebbe essere l'unica cosa che i più potranno permettersi di leggere tranquillamente in internet, a discapito dell'informazione e della conoscenza. Ci troveremmo, probabilmente, a dover fare i conti con una tv ancora più inquinata dagli interessi economici e politici e con un'informazione professionale accessibile in maniera sempre più ridotta.

L'alternativa sarebbe quella di reperire uno spazio alternativo che possa davvero riequilibrare il diritto ad un'informazione libera e gratuita. Potrebbero essere i blog indipendenti (e non intendo né i blog network né i nanopublishing) a farsi espressione di questa esigenza. Oggi sembrano esserci le condizioni necessarie che fanno sperare in uno scenario del genere (anche economiche, visto che alla fin fine non sono nemmeno pochi i blogger professionali che riescono a vivere di questo lavoro, del blogging) ma le difficoltà restano comunque tante.

Chiudo riportando un ulteriore indicazione letta su Penne digitali, che cita a sua volta un articolo di Repubblica: a monte noi già paghiamo per usufruire di internet, il servizio non è affatto gratuito. Ora vogliono farci pagare anche ciò che leggiamo o che vorremmo/potremmo leggere.

Come utilizzare i Social News

L'utilizzo dei Social News (una sorta di aggregatori di notizie) su internet è una pratica molto diffusa: negli ultimi anni ne sono nati moltissimi, tanto da rischiare veramente di perdere la testa tra tutte le possibilità che abbiamo, grazie a questi siti, di informarci e soprattutto di garantire visibilità al nostro blog.

Sulla loro utilità o meno per quest'ultimo scopo si è discusso molto. Ma ne parleremo in seguito. Intanto qui voglio solo aggiungere alcuni piccoli consigli sull'utilizzo dei Social News per quelle persone che vorrebbero garantirsi una maggiora affluenza di visite verso i propri siti.

Innanzitutto, non tutti i Social News sono adatti ad ogni tipo di notizia: prima di aggiungere una nostra news conviene fare bene attenzione alle categorie proposte dal sito e agli articoli già presenti in home page. Se vengono trattati argomenti molto differenti da quelli che proponiamo rischiamo solo di perdere tempo.

L'altra variabile da tenere in considerazione riguarda l'orario in cui postiamo la notizia su questi siti: ho avuto modo di appurare che c'è un enorme differenza tra l'inserire una news alle 11 di mattina di un giorno feriale o segnalarla nel tardo pomeriggio. Dobbiamo considerare, quindi, anche quando abbiamo più possibilità di trovare gente disposte a leggere ciò che scriviamo.

Infine, direi che dovrebbe essere più che logico che non tutti i Social News riescono a garantirci una decente quantità di traffico. Dobbiamo armarci di pazienza, quindi, e fare un po' di prove per capire quali tra tutti questi posso essere veramente utili per aumentare il traffico verso il nostro blog. Anche perché postare una notizia per tutti i Social News è un'operazione macchinosa e porta via molto tempo che potrebbe essere speso in maniera più fruttuosa.

Ecco una breve lista di siti di Social News.

Diggita, Fai informazione, Notizieflash, OkNotizie, Pliggalo, Posta Notizie, TechNotizie, Tutto Blog, Upnews, Wikio, ZicZac, Reddit, Zic Zac, Rankalo, Digo.


Ecco come cambio il mio Blogger



Blogger è una piattaforma molto potente e semplice nell'utilizzo, tanto da lasciare molte libertà nel personalizzare il proprio blog. Bloggauz è proprio un esempio di tutto questo. Ho preso un modello classico e ho apportato alcune modifiche tramite il codice html del template. Come potete vedere dal mio sito ho effettuato alcuni cambiamenti molto interessanti che lo rendono, almeno a mio parere, semplice ma gradevole.

In primis, ho aggiunto la terza colonna a destra, ottimizzando lo spazio dedicato ai post e ai margini. Per inserirla bisogna spendere un po' di tempo e lavorare con il codice html, ma il risultato direi che ripaga tutti gli sforzi. L'unico problema è che dopo questa modifica la colonna centrale si presenta molto attaccata al margine destro nel post: basta aggiungere una semplice riga di codice per impostare la distanza giusta. Trovate tutti i passaggi necessari su questo sito, Risorse per Blogger.

Altra cosa molto interessante è la gestione delle etichette. Come sono impostate di default, con un elenco a discesa, non risulta molto funzionale per il blog e per lo spazio occupato e da un punto di vista visivo. Quindi ho adottato un altro metodo, più simile a quello che si usa abitualmente (qui tutta la descrizione del procedimento). Sarebbe stato comodo avere anche qui, come su altre piattaforme e cms, una distinzione fra categorie e tag ma con un po' di accorgimenti si possono avere ottimi risultati anche in altro modo.

In seguito conto di fare altre modifiche, come l'aggiunta dei link correlati al termine di ogni post, un'idea utile e funzionale anche per fidelizzare i lettori. Oppure l'aggiunta di pagine dedicate, per migliorare la fruibilità del sito, come ad esempio la pagina home, la pagina contatti e così via. Insomma, in rete ci sono molti siti utili che spiegano bene come modificare il nostro Blogger, come quello che vi ho indicato sopra. Altre risorse interessanti che vale la pena segnalare sono Creareblog e La Camera dei Blog.

Per quanto riguarda la modifica del template c'è veramente da sbizzarrirsi, perché in giro si trova tanto e di tutto. Andate ad esempio su Btemplates o su Eblogtemplates e troverete sicuramente ciò di cui avete bisogno. Unico inconveniente, secondo il mio punto di vista, è che capita spesso che questi materiali abbiano problemi di visualizzazione o elementi non sempre compatibili con Blogger, o ancora che siano presenti al loro interno sponsor pubblicitari da togliere e riadattare. Spesso, quindi, c'è da lavorarci su un bel po' per ottenere un buon risultato sul proprio sito.

Se conoscete altri siti e link utili di risorse per Blogger segnalateli nei commenti che provvedo ad aggiungerli al post.

Scrivi...e guadagna




Scrivere oggi è facile. Farsi leggere senza filtri, senza nessuno che ti dica questo o quello e soprattutto senza sottoporsi a censura o limiti di sorta. Apri un blog, un sito e puff... vieni sparato in rete, sotto gli occhi di tutti.

Scrivere oggi, però, è anche difficile. I canali di comunicazione tradizionali sono sempre più chiusi: da una parte si trovano costretti a fronteggiare il web e l'innovazione che questo ha portato nella vita di tutti i giorni, dall'altra, sempre più spesso, viene privilegiato ciò che fa "audience" (e questo siamo, una società dell' "audience") al contenuto vero e proprio, alla sperimentazione. La democraticità della rete, invece, comporta di riflesso una competizione senza limiti. Far emergere un blog, soprattutto se alle prime armi, diventa un lavoro estremamente difficile.

Qualche stratagemma? Prima di tutto, bisogna scrivere e crearsi una visibilità. Esistono molti spazi in rete (siti di nanopublishing e di giornalismo collettivo per esempio) che permettono di acquisire esperienza e fare curriculum. Certo, le buone palestre sono sempre faticose e irte di pericoli, ma il primo passo, si sa, è sempre il più difficile. Inoltre, non è trascurabile il fatto che spesso si ottiene una minima retribuzione per il lavoro svolto.

Ecco qualche link che potrebbe interessare agli aspiranti scrittori/giornalisti:

Blogo
Blogosfere
IsayBlog
OpenJournalist

I giapponesi? «Musi gialli»...

Di positivo c'è di certo il fatto che ora i dirigenti de Il Giornale sapranno di esser seguiti con attenzione anche all'estero, in Giappone in particolare. Infatti, non è sfuggita ai diretti interessati la calzante (?) espressione usata per identificarli in un articolo del giornale diretto da Mario Giordano: «musi gialli».

Piccata è stata la risposta dell'ambasciata giapponese alla vicenda:
«riteniamo che l’espressione utilizzata per identificarci, ossia “musi gialli”, abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l’espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all’altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano».

Una bella caduta di stile, alla faccia della comunicazione.

Ps. Notizia sbirciata qui, qui e qui.

Addio all'informazione gratuita

Internet come fonte d'informazione gratuita? Ma neanche a pensarci. I quotidiani online si preparano ad un nuovo cambiamento, radicale nella sostanza e nell'idea e poco "digeribile", probabilmente, dall'utenza oramai abituata a leggere le news comodamente seduti davanti ad un monitor.

Infatti, notizia degli ultimi giorni, il magnate Rupert Murdoch, proprietario di grandi network televisivi (Fox e Sky) e di famose testate giornalistiche (Times e New York Post), sembra intenzionato a rivoluzione la fruizione dei quotidiani su internet creando una vera e propria piattaforma a pagamento: il lettore che vorrà leggere in futuro una determinata notizia dovrà effettuare un micropagamento per l'accesso alla singola informazione.

Il motivo della decisione è molto semplice: «porre fine - leggiamo sul Sole24Ore - al processo di auto-cannibalizzazione che ha finora portato le grandi testate della carta stampata a farsi concorrenza gratis sul web», anche perché «il teorema che la pubblicità online avrebbe ripagato gli introiti delle mancate vendite in edicola si è rivelata una chimera». In più, l'esempio lampante è sotto l'occhio di tutti: l'ottima resa che sta avendo il Wall Street Journal (consultabile integralmente online a pagamento) non fa che rafforzare che sia questa la strada giusta per risollevare l'informazione mondiale.

Il problema che Murdoch pone con questa presa di posizione è tutt'altro che secondario: è «epocale» (Corriere della Sera), come giustamente lo definisce il tycoon australiano. In America, infatti, molte grande testate giornalistiche sono con l'acqua alla gola perché impossibilitate a far fronte alle ingenti spese che i servizi richiedono e si trovano oramai indebitate fino al collo. Senza contare che con l'avvento dei lettori mobili, di cui si comincia già a far ampio uso, la rivoluzione dell'informazione non può che essere imminente.

Quando hard e politica si mischiano

Velinismo, ciarpame mediatico, spettacolo e chi più ne ha più ne metta. Di cosa stiamo parlando? Di politica naturalmente. Negli ultimi giorni, infatti, la scena nazionale è stata letteralmente monopolizzata dalle critiche al premier Silvio Berlusconi per presunti tradimenti e modi di fare non proprio attinenti alla carica che ricopre.

Eppure nel mondo potrebbe accadere anche di peggio. Anzi, diciamo anche che accade. Infatti, fonti attendibili danno quasi per certo in America la candidatura al Senato della ex pornostar (oggi semplice produttrice di film a luci rosse) Stormy Daniels. La giovane e attraente donna ha deciso di puntare alla carriera politica in seguito al pesante scandalo che ha colpito il senatore repubblicano della Louisiana David Vitter, "incastrato" a frequentare celebri prostitute.

La Daniels motiva la sua candidatura sostenendo che sia ora di metter fine alle ipocrisie e che ci sia una necessità estrema di trasparenza - e il fatto che tutti conoscano bene la sua storia passata gioca certamente a sua favore. È giusto? È sbagliato? Chissà, consoliamoci col fatto che tutti hanno i loro problemi e che presto potremmo ammirare una nuova Cicciolina oltreoceano.

Se la polizia arriva su Facebook e Youtube...

Che le nuove tecnologie abbiano preso il sopravvento e che la nostra sia sempre più l'epoca del web 2.0 oramai si sapeva. Ma immaginare fino in fondo quanto i social network si siano diffusi capillarmente nella vita di tutti i giorni è veramente tutt'altra cosa.

Notizia dell'ultima ora, infatti, è l'arrivo sulle piattaforme di Facebook e Youtube delle Forze di Polizia di Stato. In occasione dei festeggiamenti del 157esimo anniversario della fondazione del corpo è stata annunciata l'iniziativa di "avvicinamento" ai due famosi portali tanto cari ai giovani (e non) d'oggi.

L'idea è quella di diminuare la distanza fra i cittadini e le forze dell'ordine, creando un ulteriore e proficua possibilità di dialogo per garantire una maggiore sicurezza. «C'è più sicurezza insieme», lo slogan scelto per l'iniziativa.

Per i più curiosi ecco il canale della Polizia di Stato su Youtube.