Addio all'informazione gratuita

Internet come fonte d'informazione gratuita? Ma neanche a pensarci. I quotidiani online si preparano ad un nuovo cambiamento, radicale nella sostanza e nell'idea e poco "digeribile", probabilmente, dall'utenza oramai abituata a leggere le news comodamente seduti davanti ad un monitor.

Infatti, notizia degli ultimi giorni, il magnate Rupert Murdoch, proprietario di grandi network televisivi (Fox e Sky) e di famose testate giornalistiche (Times e New York Post), sembra intenzionato a rivoluzione la fruizione dei quotidiani su internet creando una vera e propria piattaforma a pagamento: il lettore che vorrà leggere in futuro una determinata notizia dovrà effettuare un micropagamento per l'accesso alla singola informazione.

Il motivo della decisione è molto semplice: «porre fine - leggiamo sul Sole24Ore - al processo di auto-cannibalizzazione che ha finora portato le grandi testate della carta stampata a farsi concorrenza gratis sul web», anche perché «il teorema che la pubblicità online avrebbe ripagato gli introiti delle mancate vendite in edicola si è rivelata una chimera». In più, l'esempio lampante è sotto l'occhio di tutti: l'ottima resa che sta avendo il Wall Street Journal (consultabile integralmente online a pagamento) non fa che rafforzare che sia questa la strada giusta per risollevare l'informazione mondiale.

Il problema che Murdoch pone con questa presa di posizione è tutt'altro che secondario: è «epocale» (Corriere della Sera), come giustamente lo definisce il tycoon australiano. In America, infatti, molte grande testate giornalistiche sono con l'acqua alla gola perché impossibilitate a far fronte alle ingenti spese che i servizi richiedono e si trovano oramai indebitate fino al collo. Senza contare che con l'avvento dei lettori mobili, di cui si comincia già a far ampio uso, la rivoluzione dell'informazione non può che essere imminente.

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